<<In ogni selva c'è una tigre che sgomenta, che fa sentire il suo ruggito, che altera il caos della selva in cui vive: nella mia poesia è la tigre, una creatura tormentata e forte, che si lecca le ferite per ricordare il sapore e sono proprio queste che creano il suo particolare manto a strisce>> (Moka)
La poetessa Monica Zanon, classe 1982, ha una nipote che da bambina storpiava il nome della zia in Moca. Così Monica, quando pubblicò i suoi primi libri, l’ha utilizzato come pseudonimo, trasformandolo in Moka, come il nome della famosa caffettiera che usa sempre per prepararsi il caffè, nero come l’inchiostro, che beve a tutte le ore, soprattutto in quelle notturne. È di notte, infatti, che scrive, poiché di giorno lavora in una ditta di aeronautica a Reggio Emilia. In pratica gli elicotteri sono la sua seconda passione, fondamentale quanto la poesia, forse perché con entrambe, come lei stessa afferma, può volare. Subito dopo aggiunge <<Sono cresciuta sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, a Solcio di Lesa, dove i miei genitori possiedono un’azienda agricola e adoro il paesaggio lacustre, tanto che il mio carattere si riflette in esso: ogni giorno è diverso dall’altro. In pratica, appena posso lascio la città in cui vivo e torno qui nella mia terra natale>>.